di Carla Pasquinelli, Edizioni Meltemi, 2007, 240 pagine

infibulazione-corpo-violato-difesa-donnaL’infibulazione è la forma più grave di mutilazione dei genitali femminili (Mgf), un’usanza africana, diffusa in un’area vastissima popolata da un mosaico di etnie con lingue, culture e religioni diverse, che costituisce una acclarata violazione dei diritti umani di donne e bambine. Le Mgf hanno un’origine remota, che risale secondo alcuni ai faraoni, secondo altri all’antica Roma, e sono rimaste a lungo sconosciute grazie al silenzio che le ha protette dalla curiosità indiscreta di noi occidentali. Eppure da alcuni anni qualcosa sta cambiando, certamente a seguito delle campagne di mobilitazione condotte da alcune organizzazioni internazionali come l’UNICEF e l’OMS, ma anche per le imprevedibili dinamiche dell’emigrazione nei paesi occidentali, dove il contatto con altri corpi e stili di vita ha portato molte immigrate a prendere le distanze da questa pratica arcaica.
Da noi l’infibulazione è venuta improvvisamente alla ribalta in seguito alla proposta fatta da un medico somalo dell’Ospedale fiorentino di Careggi di sostituirla con un rito alternativo che desse la possibilità a famiglie ancora molto attaccate alle proprie tradizioni di evitare così la mutilazione delle proprie figlie. Una proposta molto discussa, trasformatasi immediatamente in un caso clamoroso, alimentato dalla vorace attenzione dei media, che per più di un mese ha diviso l’Italia in favorevoli e contrari. All’approfondita analisi antropologica di che cosa sono le Mgf si affianca in queste pagine una ricerca sulla specifica situazione delle donne africane in Italia, nonché una nutrita rassegna stampa del dibattito sul “rito alternativo”, che sintetizza i principali nodi della riflessione degli ultimi anni.