di LikingWerewere, Baldini Castoldi Dalai, 2006, 480 pagine.

LA-MEMORIA AMPUTATA-difesa-donnaLa memoria amputata intreccia il destino del popolo africano a quello della protagonista HallaNjockè, una donna di ottantacinque anni che, dopo essersi affermata come cantante e artista, decide di immergersi nel suo violento passato. Lo fa scrivendo la biografia della zia Roz, un atto che diviene ad un tempo riscoperta dei legami femminili familiari e risveglio di silenzi e cancellazioni dentro di sé. La sua memoria è stata come amputata: dopo essere stata vittima della faida fra i genitori, protrattasi anche in tribunale, il padre, che si vanta di essere un Los – secondo lo schema del vudù, un essere di straordinaria potenza spirituale – la strappa alla famiglia della moglie e la porta a vivere con sé. L’innocenza infantile non salva Halla dallo stupro che le infligge l’uomo, e la sua precoce bellezza fa di lei un conteso oggetto di compravendita. È questo il contesto in cui la giovane matura la sua consapevolezza femminile e umana, tra violenze e misfatti, amori e delusioni, che la portano ad affermare la propria capacità di resistere e imporsi agli altri, creandosi una vita su misura. L’oblio è il prezzo da pagare, un oblio da cui la sua memoria cerca di riemergere in queste pagine, elevandosi al tempo stesso a canto e celebrazione di tutte le donne africane che come lei hanno taciuto. Come in una saga, infatti, il romanzo si immerge nella memoria ancestrale e collettiva, fatta di canzoni tradizionali e di miti, di lettere e di ninna nanne, divenendo vitale per il popolo tutto, per un paese colonizzato e traumatizzato che è alla ricerca della propria identità e di una costruzione di sé ancora tutta da inventare.