Ti metto K.O.

Tattica israeliana o vietnamita? Calci o fitboxe? Tutto va bene, per bloccare l’aggressore.

Le donne lo sanno.

E si preparano a combattere.

Di Fiammetta Bonazzi

Esterno notte. this web Il parcheggio di un aeroporto milanese. Lei, un’avvocato trentenne, atterra con sei ore di ritardo. Lo scalo è deserto, o quasi: da lontano, un tassista le fa cenno. Le offre un passaggio in centro ma a un certo punto l’auto devia in periferia. E il resto è cronaca.

Sono storie di tutti i giorni, e purtoppo non hanno confini. Brutti incontri si possono fare a Milano come a Lione o a Miami. E se negli Stati Uniti è costume diffuso armarsi fino ai denti per fronteggiare qualsiasi “nemico” e frequentare programmi di autodifesa presso i Boot Camps (come mostrano le immagini in questo servizio), anche in Italia aumenta la domanda di corsi ad hoc, soprattutto da parte delle donne. Dimenticate le piroette coreografiche di La
Tigre e il Dragone o le evoluzioni aeree stile Matrix: “La difesa deve essere semplice, immediata e spontanea”, avverte Roberto Bonomelli, esperto di arti marziali e di Jeet Kune Do, diplomato alla scuola di Bruce Lee a Los Angeles. Con l’associazione Akea di Milano (info www.akea.it), Bonomelli organizza seminari di antiaggressione femminile dove i trainer sono solo uomini. E un motivo di tanto machismo, secondo lui, c’è: “Per ottenere buoni risultati, è essenziale che l’allieva sia messa in un autentico stato di panico. Deve abituarsi a prevenire l’attacco anche con le tecniche di difesa verbale: per esempio,
dicendo di no in modo chiaro o chiedendo con fermezza al potenziale aggressore di mantenere le distanze”.

I corsi dell’associazione Akea (20 ore settimanali o weekend full immersion) prima di tutto insegnano ad evitare situazioni di rischio – il tipico caso del rifornimento di benzina in un self service deserto a mezzanotte – per poi passare alla difesa fisica vera e proprio : qui si impara a sferrare colpi con il palmo della mano, a
dare ginocchiate e gomitate. Poi si studiano le tattiche per disarcionare un uomo che ci ha atterrato, infine i segreti sull’uso dei calci, “l’arma di difesa più potente che una donna abbia a sua disposizione”.