Image

[wptabs] [wptabtitle]Snapshots[/wptabtitle] [wptabcontent] [/wptabcontent] [wptabtitle]L’articolo[/wptabtitle] [wptabcontent]
Donne e violenza/ Dopo il rapporto del Viminale Affari parla con un esperto di autodifesa femminile
Giovedí 21.06.2007 17:30

Di Luca De Franco

Gli episodi di violenza sulle donne sono in aumento, come risulta dal rapporto del Viminale.
Proprio per questo, sarebbe utile che ogni donna fosse in grado di costringere alla fuga un aggressore. Ne abbiamo discusso con Roberto Bonomelli, esperto in arti marziali filippine e indonesiane, che ha studiato con Dan Inosanto (maestro d’armi di Bruce Lee, ma suo allievo nel jeet kune do). Bonomelli insegna autodifesa femminile presso la Bono Academy di Sesto San Giovanni (Mi) ed è un convinto sostenitore della necessità di evitare di mettersi in una situazione di pericolo. Prima di insegnare una sola tecnica di autodifesa, spiega alle sue allieve come comportarsi nella vita quotidiana per evitare spiacevoli sorprese.

 

Gallery

Sig. Bonomelli, ci spieghi come è strutturato il suo metodo di autodifesa.
“Il mio metodo si chiama Difesa Donna. Consiste in 15 ore di nozioni basilari più altre eventuali 15 ore di livello avanzato. I miei assistenti sono uomini per un motivo ben preciso: se le ragazze si iscrivono per sapere come reagire nel caso un delinquente tenti di stuprarle, devono abituarsi a combattere contro un uomo che sia più alto, più pesante, più muscoloso di loro. Insegno prevenzione, difesa verbale e difesa fisica. Prevenire significa evitare di mettersi in una situazione potenzialmente rischiosa. Prendere l’ascensore, insieme ad uno sconosciuto è rischioso. Alle mie allieve dico: “Anche se l’estraneo è di bell’aspetto, elegante, rispondete che state aspettando qualcuno o andate a controllare la cassetta della posta. Una volta nell’ascensore, se la situazione degenera, siete obbligate a combattere.”

La difesa verbale consiste nel parlare con decisione a chi si avvicina in modo da mantenerlo lontano. La difesa fisica è l’ultimo stadio. Insegno a colpire con il palmo della mano perchè le donne hanno spesso le unghie lunghe e non riescono a chiudere il pugno. Inoltre, tirare il pugno nel modo errato può danneggiare la mano. Insegno anche i colpi di ginocchio e di gomito, che sono molto efficaci alla corta distanza”.

E se una ragazza viene scaraventata per terra, come può reagire?
“E’ naturale che l’aggressore cerchi di scaraventare a terra la donna, se vuole stuprarla. Quando ci si trova con la schiena contro il suolo, si può far ricorso a tecniche provenienti dalla lotta o dal ju-jitsu brasiliano. Mentre ci si divincola, si può calciare l’aggressore o colpirlo con le mani. E’ utile abituarsi a portare tanti colpi, perchè non tutti vanno a segno. In una situazione drammatica, è meglio colpire il viso, la gola ed i genitali. Centrando questi bersagli, si annullano le differenze di altezza, peso e forza fisica; si provoca un dolore intenso all’aggressore e si ha il tempo di scappare”.

Qualche trucco per le nostre lettrici?
“Impugnare la chiave dell’auto tra indice e pollice, in modo tale che siano pronte a reagire se, una volta giunte alla portiera, dovesse apparire un malintenzionato. E’ sempre meglio colpire un aggressore con un oggetto piuttosto che a mani nude. Saper trasformare in armi oggetti di uso comune è molto importante. E’ un’idea antica. Il bastone snodato (nunchaku) reso famoso da Bruce Lee nel film “L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente” era lo strumento usato dai contadini cinesi per battere il riso”.[/wptabcontent] [/wptabs]